lunedì 8 giugno 2020

LE LANCETTE DEL TEMPO: STORIA DELL'OROLOGIO


PARTE 2


Quando nasce l’orologio meccanico


La storia dell’orologio meccanico in senso stretto, seppur ancora impreciso, ha una radice europea, debuttando nel basso Medioevo, attorno al 1200, per il campanile di una chiesa. Per contrastare le imprecisioni si diffuse l’uso di rimettere questi primi orologi sull’ora esatta a mezzogiorno, quando il sole tocca il punto più alto sull’orizzonte.

IL PENDOLO
Poi l’adozione di orologi meccanici veri e propri, dotati di un sistema di pesi e contrappesi, anche collegati a delle campane, aprì l’epoca degli orologi-monumento che dal 14° secolo in poi abbelliranno soprattutto le chiese. Per i primi esemplari di orologi mobili, da portare con sé, da indossare insomma, ci vorranno circa altri 200 anni. A partire dal 1500 l’orologeria mobile in senso moderno muove i suoi primissimi passi: erano orologi che venivano portati, a mo’ di collana con un ciondolo, al collo. I primi modelli erano dunque solo per signore e non per uomini.

Nacquero in questo periodo anche i primi orologi con una sola lancetta, soltanto quella delle ore, con la possibilità di approssimazione al quarto d’ora. Si deve attendere il 17° secolo per un ulteriore
progresso nella storia dell’orologio e cioè l’applicazione del pendolo agli orologi effettuata da Galileo Galilei e dell’olandese Christiaan Huygens a metà 1600.

Intorno al 1670 un nuovo meccanismo denominato a scappamento sostituirà il meccanismo del moto alternato del pendolo con il moto rotatorio prodotto da una corona. Lo stesso Huygens inventerà quindi un sistema costituito da un bilanciere con molla a spirale: nascevano così gli orologi da tasca (1674) che potevano funzionare anche in movimento mentre finora qualsiasi tipo di orologio aveva bisogno di stabilità. La storia dell’orologio era pronta a fare il suo ingresso nella modernità.

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