lunedì 8 giugno 2020

LE LANCETTE DEL TEMPO: STORIA DELL'OROLOGIO

PARTE 1



La storia dell’orologio scandisce le tappe del cammino dell’uomo nel suo rapporto con il tempo, il suo fare i conti con i minuti, le ore, i mesi e gli anni che passano. Con il trascorrere della vita insomma. Ed è per questo che una storia dell’orologio non può che partire dall’uomo primitivo che per necessità divise il tempo, osservando la luna che ogni 28 giorni ritorna nella stessa posizione. Oggi gli orologi sono anche, quando non soprattutto, accessori di bellezza, alla moda, ma le loro origini affondano nell’antichità quando il loro utilizzo era preminentemente pratico.

LA MERIDIANA


Dagli egizi ai bizantini


Verso il 3.000 a.C. furono i sacerdoti babilonesi a dividere il giorno in 24 ore. Per vedere però all’opera i primi veri e propri strumenti di misurazione del tempo dobbiamo attendere gli antichi egizi che intorno al 1500 a.C. usavano già gli orologi (o quadranti) solari, altrimenti detti meridiane: un’asta illuminata dal sole proiettava l’ombra su un quadrante graduato che indicava il passare delle ore.


Dopo la meridiana venne inventata la clessidra che in origine era caratterizzata dal fuoriuscita dell’acqua, da un contenitore a forma di cono, raccolta in un recipiente sottostante dando così la possibilità di poter “misurare” il livello
raggiunto dall’acqua caduta. Questo sistema di misurazione venne adottato molti secoli dopo per la realizzazione degli orologi ad acqua.
CLESSIDRE
Sempre agli egizi risale, circa due secoli dopo, l’invenzione dell’orologio ad acqua. Si trattava di un semplice vaso da cui l’acqua sgocciolava da un buco con l’ora che veniva determinata in base alla quantità d’acqua che rimaneva nel
OROLOGIO AD ACQUA
vaso. Presso gli antichi greci invece il tempo riservato a ciascun oratore che prendeva parola nell’agorà era misurato da clessidre contenenti acqua.

Furono gli arabi a perfezionare in senso tecnico-matematico meridiane e clessidre meccaniche con un sistema di pesi e contrappesi, come testimonia l’orologio dato in regalo dal califfo Harum-al-Rachid (763-809) all’imperatore Carlo Magno (742-814) e descritto dal biografo dell’imperatore, Eginardo: “un meccanismo, mosso dall’acqua, indicante le ore che erano annunciate da un numero uguale di piccole biglie di bronzo, cadenti in un bacile (…). A metà, dodici cavalieri si sporgono da dodici finestre che si richiudono dietro di loro (…)”.

I bizantini, famosi per i loro orologi monumentali, oltre agli esemplari idraulici ne costruivano anche a olio: il tempo era misurato in base alla durata della combustione. Famoso l’orologio idraulico, con uccelli meccanici cantanti, che ancora nel 1211 svettava sulle torre dell’ippodromo di Costantinopoli.


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