lunedì 8 giugno 2020

LE LANCETTE DEL TEMPO: STORIA DELL'OROLOGIO

PARTE 3


Orologi da polso, al quarzo e digitali


La produzione industriale degli orologi parte dal 18° secolo in poi in Europa, in Germania per la precisione, per poi estendersi nel secolo successivo agli Stati Uniti e al Giappone. Il primo vero orologio da polso è datato 1868 e porta la firma dell’azienda svizzera di orologi di lusso Patek Philippe. L’esemplare venne realizzato per la contessa ungherese Koscowicz.

Il primo orologio da polso per uomini (il Santos) fu invece opera del famoso orologiaio francese Louis Cartier che lo realizzò nel 1904 per il suo amico aviatore Santos Dumont. Prima di allora

IL SANTOS
l’orologio da polso era rimasto un accessorio prettamente femminile, quasi fosse un’estensione tecnologica del bracciale, mente gli uomini continuavano a usare quello da taschino.

All’orologio meccanico seguiranno gli orologi elettrici tra cui quelli al quarzo, inventato negli Usa nel 1928 da W. Horton e W. A. Morris e molto più preciso di quello meccanico: la misura del passare del tempo è determinata dalle oscillazioni di un cristallo al quarzo. I primi esemplari erano molto ingombranti ma nel 1960 erano già stati approntati i primi modelli di orologi da polso. Il primo orologio da polso con display digitale risale invece al 1971.

La produzione industriale di orologi oggigiorno segue le ultime innovazioni tecnologiche (vedi gli orologi smart e/o connessi agli smartphone) e le mode: sempre più spesso oggetti di lusso o di tendenza e sempre meno strumenti per il computo del tempo. In ogni caso si può sempre rifuggire dall’omologazione scegliendo l’arte, l’originalità e la qualità dell’opera di maestri artigiani e orologiai.


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