venerdì 15 maggio 2020

BERGSON, UN TESTIMONIAL SEGUITO DA MOLTI -STEP#16

IL TEMPO CHE PERCEPIAMO E' IL TEMPO SCIENTIFICO? BERGSON, 1917 E BIRDMAN DICONO DI NO


Negli ultimi anni, grazie ai progressi tecnologici, numerosi registi hanno optato per scelte sempre più complesse per permettere agli spettatori di immedesimarsi meglio nell’esperienza offerta dal film.


In particolare i film 1917 e Birdman permettono allo spettatore di partecipare non solo alle azioni dei personaggi, ma anche alla loro percezione del tempo, che, come spiega Bergson, è riprodotto sullo schermo qualitativamente e non quantitativamente.


La maggior parte dei film oggi non seguono la successione cronologica degli eventi: grazie al montaggio vengono inseriti flashback (o flashforward) che trasformano un film da “fabula” a “intreccio”, rendendo possibile raccontare in sole due ore storie che si svolgono nel corso di anni. Nel caso di film come Birdman o 1917, dove seguiamo i personaggi ininterrottamente senza tagli temporali, l’azione mostrata si dovrebbe svolgere nelle sole due ore di durata del film, ma non è così perché non è il “tempo scientifico” ad essere rappresentato.

Una delle teorie più originali del filosofo francese Henri Bergson è la distinzione tra il “tempo della scienza” e il “tempo della vita”: il primo, quantitativo, è rappresentato da una collana di perle in cui ogni perla rispecchia un’unità temporale uguale ma distinta da quella precedente e successiva. Per Bergson questa è un’illusione, il tempo scientifico è astratto e proiettato nello spazio; osservando un orologio non misuriamo la durata, come può sembrare, ma contiamo le simultaneità:

“Al di fuori di me, nello spazio vi è un’unica posizione della lancetta e del pendolo, in quanto non resta nulla delle posizioni passate. Dentro di me, si svolge un processo di organizzazione o di mutua compenetrazione dei fatti di coscienza, che costituisce la vera durata”

Con “durata” Bergson intende il tempo della vita, intende “un’unica e fluida corrente nella quale non esistono né tagli netti, né separazioni radicali”, che tradotto in linguaggio cinematografico sarebbe: dove non vi è montaggio.

Nei film con un unico piano sequenza infatti non vengono rappresentate azioni che si svolgono soltanto nelle due ore di durata del film: 1917 racconta un’intera giornata e Birdman addirittura qualche settimana, questo perché una volta che ci siamo liberati del tempo della scienza, possiamo considerare la temporalità dal punto di vista psicologico, così un’ora scientifica può essere resa in pochi minuti sullo schermo.

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